La Vucciria è il mercato più
noto di Palermo. Divenuto famoso anche per essere stato oggetto di una tela del pittore
siciliano Renato Guttuso. Ubicato nell'antico quartiere della Loggia, fra la via Roma, il
Cassaro, la Cala, Piazza S. Domenico e via Giovanni Meli, è sorto con l'interramento del
porto antico in cui si riversavano i detriti del Papireto e del Fiume del Maltempo o
Cannizzaro (due degli antichi quattro corsi d'acqua della città posti rispettivamente a
nord e a sud). Non è antico come Ballarò o il Capo poiché sorge fra il Decimo e il
Dodicesimo Secolo. Il nome, ricordo della presenza angioina, è da attribuire alla
storpiatura di "boucherie", il termine francese con cui si indica il mercato
della carne, divenuto "Bocharria", "Bocceria", "Bucceria" ed
infine "Vucciria". Denominato anche "Macellum Portae Patitellorum", fu
nel XIV secolo il più grande macello della città col nome di "Bocceria
Grande". Subì un primo ampliamento nel 1454, divenendo non solo luogo di macello ma
"piazza di grascia", cioè area di vendita di generi alimentari vari.
Contemporaneamente sorgeva la "Bocceria Nova" o della carne, il mercato
localizzato fra la via Candelai e la Discesa dei Giovenchi. Esso rimarrà il macello
ufficiale fino alla metà del secolo scorso, quando si trasferirà a Ponte di Mare, nei
pressi della foce del fiume Oreto. Nel XVI Secolo prendeva il nome di "Bocceria della
Foglia", ad indicare che oramai vi si trovavano soprattutto frutta e verdura. Fu
descritta da Vincenzo Di Giovanni, circa due secoli dopo, come un quadrato con una
suddivisione ordinata delle zone in base al tipo di mercanzia offerta.
L'opera di risistemazione vera e propria avvenne nel 1783
quando il Viceré Caracciolo volle fare costruire una serie di portici per formare una
funzionale loggia quadrata e pose al centro dell'attuale Piazza Caracciolo una fontana
marmorea. Un restringimento della piazza fu attuato dopo il taglio del tronco di via Roma
fra il 1894 e il 1898, ma comportò contemporaneamente un'estensione del mercato verso le
vie che lo circondavano, congiungendolo a quello di piazza Garraffello.
Riscoperto negli ultimi anni, dopo un periodo di crisi
commerciale causato soprattutto dallo spopolamento del quartiere, è oggi luogo non
soltanto di acquisto di prodotti ortofrutticoli, ma anche di visita turistica per tutti
coloro che amano immergersi nella tipica "confusione" provocata dai banditori
dei sûq mediterranei; talmente famosa da indicare - nel "fare vucciria" - la
pratica di persone che, come ci fa sapere il Traina, «... adunate insieme ...
rumoreggiano cicalando».