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Ciò che rimane delle fortificazioni puniche, permette di osservarne l'accuratezza della costruzione. L'uso di accorgimenti tecnici come l'"anathyrosis" - per consentire la perfetta connessione a secco dei blocchi - evidenzia l'influsso di tecniche architettoniche proprie dell'architettura greca del V sec. a.C.
Le necropoli puniche di Palermo, in una zona limitrofa a piazza Indipendenza, hanno fornito numerose informazioni sui riti di seppellimento, che sono principalmente quelli dell'inumazione e dell'incinerazione. Il tipo di sepoltura più documentato è costituito da tombe a camera ipogeica risalenti ad un periodo che va dalla fine del VI sec. agli inizi del III sec. a.C. L'ingresso alla camera mortuaria è preceduto da una serie di gradini scavati nella roccia ed è chiuso da lastroni di calcarenite. All'interno della stanza si trovano in genere uno o più sarcofagi; i resti degli inumati si trovano per lo più all'interno di questi o anche in anfore, mentre il corredo è in genere posto fuori. Talvolta il corpo veniva invece deposto entro una fossa scavata nella roccia e chiusa con lastre in terracotta.
Numerosi sono stati i ritrovamenti di anfore puniche: queste sono caratterizzate dall'assenza del collo e dalla piccola bocca collegata alla spalla del vaso; dalla prima forma ovoidale del periodo arcaico, si passa più tardi a quella "a siluro".
Due sarcofagi antropoidi in marmo, alcune sepolture, un'iscrizione e altre testimonanze della civiltà fenicia sono esposte al Museo Archeologico di Palermo.

Museo Archeologico: stele punica in calcarenite (IV sec. a. C.)

Museo Archeologico: statua bronzea di divinità fenicia

Museo Archeologico: stele in calcarenite (IV sec. a. C.)

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